Cenni storici: vetrai e vetri

Cenni storici: vetrai e vetri

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Cerchi dei vetrai a Roma specializzati nella produzione vetri? Gli artigiani vetrai di Artigiana Italvetro ti dimostreranno le loro abilità nel produrre vetri per tutte le esigenze.
Artigiana Italvetro qui di seguito vi riporta alcuni cenni storici 
La fine del 1800 e l’inizio del 1900 rappresenta il momento più appassionante per i vetrai. Storici artigiani e artisti vetrai, grazie a nuove tecniche di creazione dei vetri sono riusciti a raggiungere il culmine della bellezza nella realizzazione delle loro opere, dando ai vetri d’arte un’importanza unica.
Si dice che la lavorazione del vetro, e i primi vetrai, sia nata in Mesopotamia, dove il vetro è stato impiegato nella fabbricazione di diversi tipi di oggetti, si racconta che marinai fenici scopersero il vetro casualmente quando, gettando del salnitro nel fuoco acceso, videro uscire dalla fiamma un fluido denso e vischioso: ed era il vetro formatosi dall’associazione ad alta temperatura del salnitro con la sabbia. Una grande svolta è determinata dall’invenzione della canna da soffio una tecnica che consente di assottigliare la superficie modellata e permette una produzione più accelerata, con notevole risparmio di tempo rispetto alla lavorazione per fusione a stampo, la famosa pasta di vetro, in cui eccelsero per maestria gli Egizi ai tempi dei Faraoni. I reperti archeologici dimostrano che questi antichi popoli avevano una ricca e raffinata produzione, che spesso ha influenzato per tema, forma o stile, sia i maestri esecutori della Venezia rinascimentale, sia i maestri del Novecento. Altri interessanti esemplari che si possono ammirare nei musei, sono i vetri dell’Alto Medioevo, fino all’epoca del gotico ma bisognerà aspettare la Venezia del ‘400, in cui rigide leggi regolamentavano il lavoro delle vetrerie, per vedere svilupparsi una vera industria del vetro senza precedenti. Venezia con le sue lavorazioni per quattro secoli conquistò l’intero mercato mondiale e fece scuola nell’arte del vetro, con le più grandi vetrerie e dove ci furono i più grandi artisti del vetro e vetrai. A Venezia va, anche, riconosciuto il merito di aver creato, agli inizi del ‘500, un vetro perfettamente incolore, il “cristallo”, che a Venezia prese il nome di “vetro cristallino” e che diventerà di capitale importanza nella storia del vetro. Il ‘700 vide nascere le grandi manifatture di vetreria e cristalleria, che si imposero e diventarono celebri marche, le cui produzioni spesso continuarono nell’800; alcune, tuttora operanti, sono diventate fabbriche che producono con l’aiuto dell’alta tecnologia. In Europa furono tante le piccole e medie manifatture attive, sparse un po’ ovunque dove i vetrai continuarono la loro tradizione, che darà loro nell’800 grandi meriti. Di ampia reputazione godette la Boemia, con i famosi cristalli di Boemia a partire dal’700 , reputazione che continua ai nostri giorni; Praga in mise contrapposizione a Venezia il suo cristallo, semplicemente chiamato “Boemia” e, che veniva lavorato e intagliato in molte vetrerie.

 Praga giocò un ruolo determinante in contrapposizione a Venezia: il suo cristallo, semplicemente chiamato “Boemia” veniva lavorato e intagliato in molte vetrerie e fu il primo in Europa ad usare la mola per decorare il vetro e il cristallo. Con l’imponente produzione per usi domestici e ornamentali iniziata nel ‘700, il vetro diventò un elemento indispensabile per la vita quotidiana, e la sua produzione si espanse un po’ ovunque: la vetreria entrò così in tutte le case. Quella che è oggi l’umile bottiglia che gettiamo senza minimamente pensarci, ebbe un successo senza precedenti. Un particolare successo ebbero i lampadari in vetro soffiato e quelli in cristallo intagliato a gocce.Il ‘700 secolo fu anche il secolo che conobbe la diffusione del vetro al servizio della scienza, sviluppandosi la produzione di provette, alambicchi e lenti ottiche. Accanto alle lavorazioni di largo consumo, nelle vetrerie, dove operavano maestri vetrai, non sono mai cessate le creazioni individuali e le esecuzioni artigianali di vetri artistici, ben distinti dai lavori sia pur definiti di lusso, ma prodotti su larga scala. Se la maggior parte delle opere in vetro del ‘700 erano caratterizzate dal taglio, dall’incisione e dalla molatura, escludendo quasi del tutto la decorazione a smalto, che aveva rappresentato l’elemento caratteristico nei secoli precedenti, importanti e radicali cambiamenti avvennero anche nell’800, quando la chimica entrò in modo sostanziale in vetreria, apportandovi innovazioni tecniche, nonché arricchimenti estetici e cromatici. Accanto alle tecniche tradizionali, se ne aggiunsero di nuove e vi fu il recupero totale di quelle antiche, di cui aumentarono notevolmente le possibilità espressive: ciò che contribuì maggiormente alla trasformazione, caratteristica che da ora in poi si identificherà in stile, è stata l’introduzione del colore. Nel 1820, negli Stati Uniti, si inventò la lavorazione dei vetri pressati, metodo che vent’anni dopo si sviluppo’ in Europa, permettendo ai fabbricanti di ampliare la produzione, e riducendo di molto i costi dei vetri detti di lusso. Il metodo del vetro pressato dentro uno stampo diventerà lavorazione artistica nel ‘900. Con l’apporto della scienza, fisica e chimica, il colore entrò, all’inizio dell’800, nella vetreria artistica, per restarvi da protagonista per interrompersi definitivamente negli anni ’40 e ’50. Nel ‘900 secolo si rese possibile in vetreria l’imitazione di tutta la gamma delle pietre colorate, fu soprattutto possibile operare attraverso gli impasti, colorando il vetro nella massa, tramite gli ossidi di metallo, e anche colorare o patinare il vetro esternamente, non più solo con i tradizionali smalti, ma con il nuovo procedimento degli acidi mordenti. Il vetro o cristallo incolore poteva così essere soffiato a tinte piene o a più colori, con l’innovazione di variegate striature e sfumature. La smerigliatura e l’opacizzazione, grazie all’uso di polveri d’osso, riuscì a creare sempre di più l’effetto di somiglianza alle pietre dure.